giovedì, giugno 29, 2017

Il poverello di Assisi







Gesù diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.
Oggi vorrei che una domanda risuonasse nel cuore di ciascuno di noi e che vi rispondessimo con sincerità: ho pensato io a quale idolo nascosto  nella mia vita che mi impedisce di amare il Signore? Amare è spogliarci dei nostri idoli anche quelli più nascosti, e scegliere il Signore come centro, come via maestra della nostra vita.
Pensiamo a una strada in salita che si deve percorrere. L'inizio rappresenta quello che è del mondo, l'arrivo è Cristo. La ricchezza non condivisa è il simbolo dell' attaccamento alle cose terrene. Lì è il tuo tesoro e lì è il tuo cuore. Arrivare a Cristo significa spogliarsi di tutto, come ha fatto Francesco. Noi non possiamo riuscirci perché Francesco è inimitabile, ma non dimentichiamo la sua vita.

martedì, giugno 27, 2017

Cloni affascinanti e dolci






Dio ci lascia il libero arbitrio. Avrebbe potuto anche distogliere Eva dal frutto proibito. Non lo ha fatto, ma chi ha sbagliato è stato punito. Nei Vangeli c'è una promessa di Cristo e riguarda la Chiesa. Non sarà fagocitata dagli Inferi. La banca sparirà.


lunedì, giugno 26, 2017

Quando la filosofia studia la politica









Abbiamo moltissimi criteri per distinguere, in ogni scienza, ciò che vale in un certo campo e ciò che non vale ma, asserisce Heidegger in Essere e tempo, si è perso invece il senso complessivo di che cosa chiamiamo "è"; abbiamo dimenticato il senso di questo termine perché abbiamo ridotto l'essere all'oggettività. Ma allora, se identifichiamo l'essere con ciò che è oggettivamente dato e verificabile ne consegue, prima di tutto, che non possiamo più pensare alla nostra esistenza in termini di essere, perché non siamo mai un tutto già dato, siamo fatti di ricordi del passato, di esistenza nel presente e soprattutto di proiezioni verso il futuro, tutte cose che dal punto di vista della datità verificata non sono nulla.
Se non possiamo più parlare dell'essere dell'uomo, perché il nostro modello di essere è quello della datità oggettiva, ciò non ha solo delle conseguenze conoscitive preoccupanti, ma ha soprattutto conseguenze morali, politiche e sociali drammatiche. Predisponiamo cioè l'essere dell'uomo a diventare oggettività manipolabile nell'organizzazione totale della società.





domenica, giugno 25, 2017

Leopardi e delfini rosa




Tu senti un uccellino, per esempio un usignolo, come lo sentiva il missionario con cui ho fatto un viaggio a Macapà ai bordi del Rio delle Amazzoni....e lui, mentre si andava in jeep, mi raccontava la sua storia.
Lui abitava lontano due ore di jeep dal centro della missione, e io gli dicevo:" Ma non hai paura a stare là?". " Ma no, ci si adatta."
Una sera che era lì sdraiato con la Guzzi 750 e stava ascoltando un usignolo e mi spiegava che gli usignoli che stanno a Macapà hanno lo stesso canto che da noi, soltanto che gli manca l'ultima parte, mi diceva.
Aveva notato che al canto dell'usignolo là mancava un ultimo aspetto della melodia, c'era come una sospensione della melodia.
Mentre stava ascoltando l'usignolo ha udito l'urlo del leopardo che stava avvicinandosi. Allora abbiamo fatto in fretta, su in moto e siamo scappati. E mentre partivamo, il leopardo, con un salto, era lì al posto dove eravamo noi.

(Luigi Giussani)

E i delfini rosa?
Kevin Schafer ha una carriera di 25 anni come fotografo di animali e ambienti naturali. Ma per sua stessa ammissione gli è capitato raramente di ottenere scoop come quello del 2008, quando ha fotografato i rarissimi delfini rosa del Rio delle Amazzoni.
"La ragione per cui sono rosa non è per ciò di cui si nutrono" dice Schafer. "Iniziano con una colorazione grigia, ma il colore rosa viene dalle cicatrici che si procurano lottando con altri delfini maschi. Le femmine sono tutte grigie, ed i giovani maschi sono per lo più grigi".
Fotografare questi delfini ha richiesto un duro lavoro, pazienza ed una certa dose di fortuna. I delfini d'acqua dolce del Rio delle Amazzoni sono infatti molto rari ed in via di estinzione. Si fanno avvistare ben poche volte dall'essere umano, ma sembra vivano lungo tutto il corso del fiume più grande del mondo, dal Brasile al Perù



mercoledì, giugno 21, 2017

Colori che danzano










Il balcone che dà sulla strada principale è dedicato alle rose. 6 vasi, bellissimi i colori che gareggiano tra di loro per il profumo intenso.
In quello della cucina invece ci sono gerani, violette, gerani ancora e le "belle di notte" che a quest'ora canteranno il loro colori, ma chi le vede? Chi non dorme e le va a dissetare dopo la giornata troppo calda.

giovedì, giugno 15, 2017

Dovrebbero portare una maschera









Nietzsche è un grandissimo. Sapeva che il cristianesimo sarebbe crollato non a causa della dottrina, ma per il semplice fatto che con l'invenzione del "peccato" bloccava la libertà senza confini che è la massima aspirazione del Male che ha conquistato l'umanità intera, ma non tutti gli uomini. Il mio sogno, per usare una tua espressione che io detesto, è la Speranza che la Verità non può essere battuta.

giovedì, giugno 08, 2017

Riflessioni ragionevoli




Con Dio non si scherza. Dopo il fatto di Adamo e Eva ha chiuso le porte del Paradiso per riaprirle solo dopo la sequela Incarnazione-Morte-Resurrezione.
E' un Mistero grosso, Franco, e nessuno con piccole azioni bigotte può sentirsi salvo.
Queste parole del vangelo di Luca non sono chiacchiere:

22 Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23 Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: 24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26 Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27 Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! 28 Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29 Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30 Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».

venerdì, giugno 02, 2017

Mostrare la propria bellezza













In generale le donne sono sempre belle, ma qualcuna che non lo è, in questo tipo di società, è destinata a un ruolo marginale. Parlo della donna normale, poi ci sono donne come Angela Dorothea Merkel.
Per le vendite penso che nemmeno vanno a controllarle perché la donna sul cofano deve starci. E' istituzionalizzata.