lunedì, novembre 28, 2016

Il lucchetto clarinetto aperto chiuso








Metti che ti presenti a una ragazza e dici, "Suono bene il lucchetto".
Metti che lei capisce tutta un'altra cosa e ti fa subito l'occhietto.
Metti che sei un artista puro e questa cosa non fa certo un bell'effetto.
"Il lucchetto, quello che fa filù filù filù filà".
Metti che lei non è un'artista e con la musica non prova alcun diletto:
il lucchetto si butta un po' giù.
Non c'è emozione né‚ soddisfazione a suonar da soli il lucchetto.
E' uno strumento un po' particolare che ha bisogno di accompagnamento
Ma dove sta una chitarrina per suonare insieme con il lucchetto jazz
per fare qualche pezz, per fare un po' filù filù filù filà.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche swing,
mentre il lucchetto sping... così nasce un bel blues.
A-hum! A-hum! A-hum!... A-hum! A-hum! A-hum!
Senza la chitarrina non puoi far manco una canzoncina un po' sveltina in do
e allora come fo per fare un po' filù filù filù filà.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche swing,
mentre il lucchetto sping... così nasce un bel blues.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche swing,
mentre il clarinetto....






         







giovedì, novembre 24, 2016

Il pasticcio della libertà







Le strutture morali cristiane non sono le leggi dei dinamismi umani individuati dall'analisi razionale, ma l'attrattiva scoperta e ragionevolmente riconosciuta di fronte a quella Presenza eccezionale.
Il motivo e il contenuto dell'azione è Cristo: questo è la moralità perché Lui è la verità.
Non basta sapere le leggi per osservarle. Lo sapeva bene san Paolo che, nella Lettera ai Romani, afferma nettamente:" C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio".
La speranza dell'uomo e di un popolo non si possono poggiare sulle leggi; le leggi non sono capaci di darci la forza di aderire al bene che pur vediamo.
La morale cristiana è solo Cristo. Gesù guarda solo un istante l'adultera e da allora lei non guarderà più a se stessa, non vedrà più i rapporti con gli uomini se non dentro lo sguardo di quegli occhi.
L'inizio della moralità è quella attrattiva che perdura nel tempo, anche se la presenza fisica di Cristo non c'è più.
Il resto è sovrastruttura. A volte deleteria.
L'uomo ha la sua libertà. Può scegliere correndo il rischio di sbagliare. L'errore in teologia viene chiamato peccato.
La libertà che ti permette di scegliere è imperfetta, perché nella scelta c'è il rischio dell'errore. Solo attraverso la fede ognuno di noi trasmette la parola di Cristo. Non hai più bisogno di scegliere. Questa è la libertà perfetta.
Passare attraverso l'esperienza negativa può essere utile, ma bisogna stare attenti a non esagerare.

mercoledì, novembre 23, 2016

Il carisma dell'autorevolezza









Veramente autorevoli sono le persone che ci coinvolgono con il loro cuore, con il loro dinamismo e con il loro gusto, nati dalla fede.
Ma autorevolezza reale è allora la definizione dell'amicizia.
L'amicizia vera è la compagnia profonda al nostro destino, al destino del nostro volto.
E non è questione di temperamento.
Ve ne può essere uno più effusivo e uno più discreto e cauto.
L'amicizia vera si sente nel cuore della parola e nel gesto della presenza.
Quell'autorevolezza lì, nasce dall'intima adesione alla verità ... secondo me e ci si riconosce nel silenzio della verità vera.
Tanti anni fa lessi un preziosissimo libretto di Cantalamessa 'Obbedienza' dove spiegava che l'autorevolezza di Gesù nasceva dalla sua profonda sottomissione alla volontà del Padre e gli altri lo percepivano...le sue non erano parole, ma frutto di un'obbedienza reale alle parole pronunciate...vita vera, insomma...sottomessa.
Dall'autorevolezza nasce il carisma che ti spinge a seguire una persona che vive con più maturità la fede e che ti coinvolge in un'esperienza viva, che passa il suo dinamismo e il suo gusto dentro di noi.
Gesù a Pietro e Andrea disse: "Seguitemi", vi farò pescatori di uomini, E quando i due discepoli gli chiesero: "Maestro, dove abiti?", Gesù disse loro: "Venite e vedrete".

martedì, novembre 22, 2016

Le parole hanno un significato









Ancora una volta vorrei che nessuno
pensasse a te come ad un’inutile metafora.
Altro sei: non la parvenza della vita,
ma la vita stessa,
il suo apparire e sparire

giovedì, novembre 17, 2016

Difendere una scelta







Spesso i piccoli e impercettibili cambiamenti, a lungo andare provocano grandi rivoluzioni, la goccia nel tempo buca il sasso.I

mercoledì, novembre 16, 2016

Difficile schiacciare un cristiano








Sembra talvolta che la logica del potere vinca: era l'impressione che avevano anche gli apostoli. Ma la vittoria del potere è apparente ed effimera: non cedendo alla mentalità dominante noi facciamo diventare la nostra vita funzione permanente, funzione di ciò che dura nella storia, la verità, la giustizia l'amore. Dice Anna Vercors ne l'Annuncio a Maria di Paul Claudel. Dobbiamo essere attenti, perché la vittoria del potere cerca il suo spazio nella nostra quotidianità, non quando andiamo facendo discorsi, prendendo posizioni o analizzando. Il potere cerca di farsi spazio in noi travolgendo la nostra fragilità. Il valore e la consistenza dell'uomo si esprime di fronte alla realtà in un modo nuovo di usare il tempo, di attraversare la fatica, di amare, di superare l'estraneità. E' questa la rivalsa della persona sull'alienazione voluta dal potere.

lunedì, novembre 14, 2016

Divergenze parallele





L´odierna discussione della «questione cattolica» è resa particolarmente difficile da una comune ma opposta disposizione d´animo diffusa sia nel mondo cattolico che in quello laico. La si potrebbe dire una sindrome da accerchiamento. È stupefacente constatare che molti cattolici, in perfetta buona fede, considerano la propria religione insidiata nella sua stessa esistenza dalla laicità, identificata con relativismo etico, edonismo, materialismo, scientismo; che per molti laici, altrettanto in buona fede, è invece l´attivismo politico della Chiesa a minacciare i principi stessi su cui il loro mondo si fonda: pluralismo di fedi, convinzioni e modi di vivere, rispetto delle coscienze, autonomia del diritto dalla morale, libertà della scienza. Per ognuna delle parti, l´altra è una minaccia. È la condizione più favorevole allo scontro e meno favorevole al dialogo. Ma il dialogo, tuttavia, per preservare le fondamenta, è tanto più necessario quanto più difficile. Benemerito chi, nell´uno e nell´altro campo, opera per tenerlo vivo.
La «questione cattolica» è una moltitudine di questioni: cristianesimo e identità, Chiesa e Stato, Chiesa e democrazia. Iniziamo dal primo binomio.
Identità è la parola magica di tutti coloro che pensano al Cristianesimo come religione civile, come strumento di governo delle società. Le discussioni sul Preambolo del fallito progetto di Costituzione europea sono state dominate dalla questione dell´identità cristiana. La stessa idea si riaffaccia ogni volta che, nel nostro Paese, si parla della posizione materiale e simbolica che è giusto assegnare alla religione nella vita pubblica. Nella controversia circa l´esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici, alla libertà e uguaglianza delle coscienze si contrappone l´identità religiosa come valore nazionale. I privilegi che la Chiesa rivendica come diritti (insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, finanziamenti diretti e indiretti, agevolazioni tributarie, posti nelle più diverse istituzioni, ecc.) si vogliono giustificare con l´essenza cattolica dell´identità nazionale.

mercoledì, novembre 09, 2016

Secondo Pavese il sacrificio è una cosa bestiale




La parola sacrificio è incominciata, storicamente, a diventare una grande parola, da quando Dio è diventato un uomo. E' nato da una giovane donna, era stato piccolo, camminava con passetti piccoli, poi ha cominciato a parlare, e poi incominciava ad aiutare suo papà che faceva il carpentiere, poi è diventato più grande e ha incominciato ad andare via di casa senza che sua madre capisse perché.
 Da quando Dio si è fatto uomo, e poi, dopo, ha incominciato a parlare al popolo, e il popolo sembrava che gli andasse dietro quando compiva dei gesti strani ( o miracoli), ma il giorno dopo aveva dimenticato.
 Lui era là da solo, e perciò si ingrossava il numero di quelli che erano contro di Lui, finché, insomma, lo hanno preso e ammazzato, inchiodato a una croce, e ha gridato: " Padre, perché mi hai abbandonato?". E' il grido di disperazione più umano che si sia mai sentito nell'aria della terra, e poi ha detto: "Perdona loro perché non sanno quello che fanno", e poi ha gridato: " Nelle tua mani raccomando la mia vita". Da quel momento lì, da quando quell'uomo è stato messo stirato sulla croce e inchiodato, il sacrificio è diventato il centro della vita di ogni uomo, e il destino di ogni uomo dipende da quella morte.


lunedì, novembre 07, 2016

L'incontro che è sempre Presenza

 
 
 

 
 
La memoria non è un ricordarci noi,
 ma un accordarci continuo con una Presenza che
 una volta che si è rivelata non va più via.
 Non va più via perché ci costituisce
 e si fa sentire sensibile, visibile negli altri,
 una Presenza che ci mette insieme
 con lo scopo di essere vissuta.
 Se l'esperienza si spalanca come attrattiva e tu l'accusi
 la gusti e dopo passi ad un altra,
 rendi nota una superficialità
 per la quale non è vero che il vero è vero,
 non capisci che il vero è il tuo destino e,
 nello stesso tempo  un nesso al tuo destino.
 


sabato, novembre 05, 2016

Abbiamo bisogno di esempi positivi

Le banche falliscono per gli errori degli amministratori, a causa di leggi troppo permissive. Il problema non è solo dei piccoli risparmiatori ( fino a un certo importo vengono rimborsati) ma di un Paese intero. E' un fenomeno a catena che porta lo stato in una situazione di default. E' successo alla Grecia e noi stiamo messi male. I governi devono occuparsi del Paese e regolare il flusso migratorio. La Chiesa giustamente pensa all'uomo ma deve farlo senza suggerire scelte economiche.