sabato, febbraio 28, 2015

Oggi è il ventotto febbraio











Quel giorno soffiava un’aria di tramontana e i suoi capelli erano mossi dal vento.
Il giorno dopo non c'era più il vento e non avevo davanti quel volto, eppure era presente, e dopo una settimana quella presenza era presenza ancora, e dopo un mese era presenza ancora.
Anche se fossero passati mille anni senza rivederla, la mia vita sarebbe stata stracciata dal desiderio di ritrovare quel viso con i capelli negli occhi. L’ho vista di nuovo. E mi ha guardato con un amore e con uno sguardo che io su di me non ero capace di avere.

venerdì, febbraio 27, 2015

La povertà è il superamento dell'egoismo




Nell'esperienza cristiana, anzi massimamente in essa,




appare chiaro come in un'autentica esperienza sia impegnata




l'autocoscienza e la capacità di critica dell'uomo,




come una autentica esperienza sia ben lontana




dall'identificarsi con una impressione avuta




o dal ridursi ad una ripercussione sentimentale.




E' in questa verifica che nell'esperienza cristiana il mistero




della iniziativa divina valorizza essenzialmente




la ragione dell'uomo.




Ed è in questa verifica che si dimostra




l'umana libertà




perché la registrazione e il riconoscimento della corrispondenza




esaltante tra il mistero presente e il proprio dinamismo




di uomo non possono avvenire se non nella misura




in cui è presente e viva quella accettazione della propria




fondamentale dipendenza, del proprio essenziale "essere fatti",




nella quale consiste la semplicità,




la "purità" di cuore, la povertà dello spirito.




Tutto il dramma della libertà è in questa




"povertà dello spirito".




Tutto il dramma della libertà è in questa




"povertà di spirito": ed è dramma tanto profondo da accadere




quasi furtivo.



giovedì, febbraio 26, 2015

Un amore che finisce




Un pioppo tremulo segato può dare una sofferenza enorme.
Ora non posso più ammirarlo quando mi affacciavo al balcone.


sabato, febbraio 21, 2015

La morale viene da lontano



La maledetta è come una schiacciata nel ping-pong da fermo.
Una volta c'era un CERTO Mariolino Corso che calciava punizioni a FOGLIA-MORTA.
Una specie di maledetta a rallentatore.
Il portiere la giudicava alta per poi vedersela cadere al suo lato, per terra nella porta, e nemmeno toccando la rete.





venerdì, febbraio 20, 2015

La scuola dovrebbe anche educare












Quante parole, per non parlar d'amore, tanta cultura per non saper amare; per te l'amore è un gioco di parole; parole nuove che inaridiscono il cuore.
Tanta cultura per essere più solo e per tradire lo scopo della vita , è il fallimento dell'intellettuale!... O mio Signore, aiutalo ad amare.




martedì, febbraio 17, 2015

Il pasticcio dei termini




Sto ancora leggendo il libro di Hannah Arendt e lo faccio lentamente perché in qualche modo mi sorprende.
Mi interessa molto la discussione su violenza e potere, due termini quasi sempre associati tanto che è diventato un luogo comune affermarne la intrinseca connessione.
Non so se ho capito bene quello che la Arendt sostiene, ma mi sembra che operi un rovesciamento di questo postulato sostenendo appunto che la violenza è solo uno strumento.
La Arendt nota come ci sia sempre stata una generale riluttanza ad occuparsi della violenza in sé, difatti esiste un consenso generalizzato fra i politologi sulla affermazione che la violenza è "la più flagrante manifestazione del potere" e Max Weber ha definito lo stato come "il dominio degli uomini sugli uomini basato sui mezzi di una violenza legittima o quanto meno ritenuta legittima".
E considera strano questo consenso a meno di non rifarsi alla valutazione data da Marx dello Stato come strumento di oppressione nelle mani della classe dominante.
E' opportuno a questo punto definire cosa intendiamo per potere altrimenti non si capisce più niente.
La Arendt dice che noi non distinguiamo fra parole chiave come "potere", " potenza" ," forza", " autorità", e "violenza".
Le quali invece rispondono a proprietà diverse e usarle come sinonimi ( a proposito) falsano la prospettiva storica determinando una sorta di cecità rispetto alla realtà a cui fanno riferimento.
In sostanza tutti i termini enumerati sopra finiscono per identificare un'unica cosa e cioè "i mezzi attraverso i quali l'uomo domina sull'uomo".
La Arendt fa una distinzione sostanziale tra tutti quei termini:

potere = alla capacità umana di agire di concerto.
Non è mai una proprietà individuale, ma di un gruppo e continua ad esistere finché il gruppo resta unito;

potenza: indica invece una proprietà al singolare, che può essere relativa ad un oggetto o ad una persona e appartiene alle sue caratteristiche individuali. Si può realizzare in rapporto ad altre cose o persone, ma non dipende da loro;

forza: che viene usato spesso come sinonimo di violenza deve essere riservata solo alle "forze della natura" o " la forza delle circostanze", cioè per indicare forze sprigionate da fenomeni naturali o sociali;

autorità: è un termine secondo la Arendt che viene più spesso usato a sproposito e la sua specificità è "il riconoscimento indiscusso da parte di coloro cui si chiede di obbedire" in assenza di qualsiasi coercizione o persuasione;

violenza: si distingue per il suo carattere strumentale ed è quella che più si avvicina alla forza individuale poiché " gli strumenti di violenza sono creati allo scopo di moltiplicare la forza naturale finché, nell'ultimo stadio del loro sviluppo, possano prenderne il suo posto.

Il potere dunque è caratterizzato dall'agire insieme ed ha quindi a che fare con la politica.
Si può legittimamente parlare di politica e di potere soltanto in presenza di una pluralità di individui che agiscono insieme.
Dove non esistono la pluralità e l'agire comune in uno spazio pubblico e libero ( in assenza di questi due presupposti si riduce alla pura naturalità) si configurano regimi autoritari in cui impera la violenza e non si può parlare né di potere né di politica.


lunedì, febbraio 16, 2015

Buona fortuna al post








Nella fede la ragione è impegnata in modo molto

più ricco e potente che in tutti gli altri modi.

Perché tutti gli altri modi sono parziali, riguardano un tipo di

oggetto: un uomo che sappia tutto sulla mosca e faccia

sulla mosca un librone di 1500 pagine descrivendo tutte

le possibili qualità di mosche, premio Nobel per la scienza,

e di sua moglie non capisce un'acca, e i suoi figli lo odiano

tanto li tratta male, è un pover'uomo, non un premio Nobel,

perché sua moglie e i suoi figli hanno bisogno di una ragione

naturalmente completa e in pace: lui è acutissimo

in un segmento della realtà, un segmento, tra l'altro,

sufficientemente piccolo della realtà, che è la mosca,

il fenomeno mosca: su questo sa tutto, ma non sa

niente del suo destino né della situazione altrui.

E' un povero disgraziato, pur essendo un Premio Nobel.



domenica, febbraio 15, 2015

L'impaccio della nostra inadeguatezza






L'incontro cristiano rende immediatamente consapevole

l'uomo sincero della sproporzione tra le sue forze e

i termini stessi della proposta cristiana. Consapevole

della eccezionalità del problema posto da un simile messaggio.

Il senso della propria originale dipendenza, che è l'aspetto

più elementare della religiosità naturale, dispone perciò

l'animo semplice a riconoscere che tutta l'iniziativa può

essere del Mistero di Dio, e l'atteggiamento ultimo da assumere

è quello umile di chi chiede di vedere, di capire e di aderire.

E' talmente fondamentale questo atteggiamento di

preghiera che esso è proprio tanto ai credenti e a chi

ancora non crede, tanto a Pietro che esclama:

"Credo Signore, ma aumenta la mia fede", quanto

all'Innominato che grida: "Dio, se ci sei, rivelati a me.


sabato, febbraio 14, 2015

Le sfumature dei colori nella vita





Abitavo a Varazze ma facevo uno strano
mestiere a Celle Ligure.
Andavo tutte le sere da Celle Ligure a Varazze
e poi tornavo indietro.
Lì c'è un'ansa della costa, un giro della costa
con un muricciolo basso
e poi c'è la spiaggia e il mare.
La sera di primavera il muricciolo
era zeppo di coppiette.
Una notte non c'era la luna, ma c'era un cielo
assolutamente limpido,
carico di stelle.
Proprio sul voltare della strada
ho visto il ponte sul mare fatto dalla Via Lattea.
Chi sa osservare il mare fino a questo punto?
Chi sa osservare le cose fino a questo punto?




venerdì, febbraio 13, 2015

Una volta ho letto





Vorrei solo non perdere di vista la realtà, per quanto caduca, che Viviamo grazie
al Signore. Quel qualcosa di più Grande progettato per noi, non deve distoglierci
dalla realtà quotidiana. Piena di errori, peccati e corruzione. Dobbiamo iniziare a
santificare questo immenso Regalo. Non dimentichiamolo mai. Dalla Corruzione,
fisica e spirituale, dovremmo liberarci Ora. L'Attesa va bene. ma è ora che
usiamo il Dono della Vita. Non sottovalutiamolo mai. Che se poi fosse l'Unico,
avreste veramente il coraggio di avere da ridire? Lo avreste davvero?



martedì, febbraio 10, 2015

La donna enigmatica


Credo di non aver confuso ancora mai la finzione con la realtà, anche se le ho mescolate in più di una circostanza come tutti quanti, non soltanto i romanzieri, non soltanto gli scrittori ma coloro che hanno raccontato qualcosa da quando è cominciato il nostro tempo conosciuto, e in questo tempo conosciuto nessuno ha fatto altro che raccontare e raccontare, o preparare e meditare il suo racconto, o ordirlo. (Javier Marías) Credere che ciò in cui ognuno crede sia la sola e unica e vera realtà è come conoscere il colore che assumerà il cielo nella giornata che sta trascorrendo.

domenica, febbraio 08, 2015

Come complicarsi la vita






Mi pesa il cervello.
Gesù aveva detto: "sarete odiati e perseguitati per causa mia" (15,18-21); e poi: "vi cacceranno dalla sinagoga e sarete uccisi" (16,1-4).

sabato, febbraio 07, 2015

Una presenza vale più di un libro







Non si diventa cristiani leggendo le Scritture. Per questo Dio si è fatto uomo, perché una Presenza non è un libro.
Il Cristianesimo come fatto storico lontano può essere letto come una pagina di letteratura bella, può generare emozione, può destare nostalgia ma ora, con questi muscoli che non tengono, con questa facilità alla malinconia, con questo masochismo strano che la vita di oggi rende, come rimedio, necessario per non subire una fatica eccessiva e non voluta, come si fa ad accettare sé e gli altri in nome di un discorso?
Se il cristianesimo è solo un fatto storico del passato allora non posso abbracciare ora la mia umanità e il mio limite. Se Lui non è una Presenza, se non è mio ora, io torno a essere niente.
Non si può rimanere nell'amore a se stessi senza che Cristo sia una Presenza.


venerdì, febbraio 06, 2015

L'uomo e la sua morale





La Critica della ragion pratica risponde all'interrogativo sulle possibilità della conoscenza e ne stabilisce l'ambito. Ma l'uomo non solo conosce, ma anche agisce, ed è sul suo comportamento che si rende necessaria un'altra sfera di indagine filosofica che stabilisca delle norme di comportamento: questa è la critica della ragion pratica (CRP). Ne deriva che il sapere filosofico kantiano si articola attorno a due punti fondamentali: il fatto della scienza e quello della morale. Le dottrine etiche tradizionali stabilivano il fondamento delle norme etiche sulla conoscenza, sulla volontà di Dio, sul sentimento, ecc.; in Kant, invece, la norma morale è frutto della decisione immediata dell'uomo. La morale, infatti, nonostante derivi dalla conoscenza, nasce dalla condizione dell'uomo che produce le norme di comportamento al di fuori della causalità deterministica del mondo sensibile. Non si tratta quindi di ragione empirica, condizionata dai fenomeni, ma di ragione incondizionata, che nell’assoluta libertà stabilisce le norme di comportamento. L'uomo è concepito come soggetto morale che agisce con libera volontà. La ragione pratica riesce anche a dare consistenza a quelle idee trascendentali che la ragione teoretica riconosceva solo come apparenze problematiche.
La ragione è qui detta "pratica" perché non riguarda più la mera conoscenza ma l'azione o, almeno, la conoscenza per l'azione, cioè i principi a priori della vita morale.


mercoledì, febbraio 04, 2015

Sentirsi un idiota è imbarazzante





Io posso parlare di quadri e di chiodi. Ci sono in casa mia molti quadri e li ho appesi tutti io: la logica mi dice che se ho un quadro, se voglio che abbellisca la mia stanza la prima cosa necessaria è un chiodo, possibilmente d'acciaio, un martello, un centimetro e dello scotch trasparente.


martedì, febbraio 03, 2015

Il progetto reale del Signore della vita





Il progetto reale del Signore della vita, il progetto del Mistero che Cristo ha rivelato in sé, è che la sofferenza è in funzione di qualcosa di più grande, di una perfezione che si chiama gloria futura, e non è perdita di nulla: la morte è per la resurrezione.
Ma la gloria futura che si rivelerà non è altro che la realtà, oggetto della nostra esperienza, nella sua verità senza ombre e contraddizioni. Come dice san Paolo, "la creazione stessa attende" che avvenga il compimento cui aspira.
Ogni giornata è piena, ma sullo sfondo sempre più forte e imponente emerge l'attesa.
Il nucleo profondo dell'io si identifica con l'attesa del compimento , poiché il nostro corpo, la nostra persona, la creazione stessa è sottomessa alla caducità, per un progetto misterioso, per il progetto del Signore della vita.
In questa caducità ha un posto preminente il nostro peccato, il nostro errore e l'umiliazione dolorosa che ne deriva.
Da qui scoppia il desiderio di essere liberati dalla corruzione.
La corruzione con cui trattiamo le persone, le cose, noi stessi.
Desiderare di essere liberati significa desiderare di entrare nella libertà come adesione
all'Essere, affinché il gesto, l'azione, il rapporto con sé e col reale sia finalmente vero.


lunedì, febbraio 02, 2015

Le condizioni della Speranza






La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede "l'uomo si abbandona tutto a Dio liberamente". Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio. "Il giusto vivrà mediante la fede" (Rm 1,17). La fede viva "opera per mezzo della carità" (Gal 5,6).